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domenica 25 luglio 2010

no alla legge bavaglio

È dei giorni scorsi la nota dell´European Writers Council, la federazione che raccoglie 60 sindacati degli scrittori di 33 paesi, in cui si esprime «profondo sconcerto» sul ddl. Che, se approvato, metterebbe «in discussione la libertà d´informazione e d´espressione in Italia».
Una posizione che potrebbe incidere sul giudizio della commissione Ue dove il riserbo è stato assoluto traguardo: approvare alla Camera la legge-bavaglio nella prima settimana di agosto. Gli ostacoli: prima la Bongiorno, poi il Quirinale. La strategia: incassare l´assenso dei finiani e poi puntare diritto al Colle, dove spuntare un sì pieno di Napolitano sugli emendamenti. Il voto: dibattito pieno, senza fiducia, se dal capo dello Stato arriva il via libera, o la fiducia se il presidente si chiude a riccio e mantiene il no a qualsiasi lasciapassare preventivo. È questa la road map sul ddl intercettazioni decisa nel fine settimana, con Berlusconi pronto a chiudere subito la partita della Camera e a lasciare l´ultimo sì al Senato per la ripresa.

La cosa certa è che con questa legge in vigore ad esempio non sarebbero emersi gli intrecci della cosiddetta P3.
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martedì 20 luglio 2010

Lega nord e sindaci di capoluoghi regionali


Analizziamo la provenienza politica dei sindaci eletti nei capoluoghi di regione del Nord Italia:
Aosta: Giordano Bruno, Union Valdôtaine
Genova: Marta Vincenzi, Partito Democratico
Milano: Letizia Moratti, Popolo della Libertà
Torino: Sergio Chiamparino, Partito Democratico
Trento: Alessandro Andreatta, Partito Democratico
Trieste: Roberto Di Piazza, Popolo della Libertà
Venezia: Giorgio Orsoni, Partito Democratico
C’è qualcosa di strano. Qualcosa che si scontra col pensiero diffuso che la lega domini indiscriminatamente nelle regioni e nelle idee dei cittadini del Nord Italia.
Magari anche per la mancanza di spazio concessogli dal PDL, che numeri alla mano al nord è il primo partito, la Lega Nord non è riuscita a produrre nessun sindaco per tutti i capoluoghi di regione settentrionali dimostrandosi incapace di trasmettere il proprio punto di vista in città culturalmente vivaci, ormai abituate a gestire forti flussi migratori e dunque consce che i metodi leghisti non sono certo
i migliori per affrontare la situazione.

Il partito di Bossi riesce a fare breccia con le sue deleterie affermazioni di chiusura verso il resto del mondo prevalentemente nei paesi e nelle città non troppo grandi, nelle quali certe situazioni si sono dovute affrontare solo più tardi nel tempo (come l’immigrazione massiccia). Questi fatti creano ancora momenti di panico perché le istituzioni locali non li conoscono ancora abbastanza per saperli
gestire nel modo giusto. È proprio facendo leva su questo che la lega riesce a raggiungere la fiducia della gente, proponendo il sistema piùfacile per mettere fine alle paure dettate dalla mancanza diesperienza. Che di certo, per esempio, non può mancare a due ex repubbliche marinare o alla città della Fiat, simbolo di immigrazione da oltre cinquant’anni.

venerdì 16 luglio 2010

Fotovoltaici disincentivati da questo Governo


La potenza degli impianti fotovoltaici in Italia nel 2010, passando dai 1128 megawtt di fine 2009 ai circa 2500 previsti a fine anno. Lo straordinario successo di questa fonte energetica semplice da installare, ed esente da ogni immissione inquinante, sembra però dare fastidio a qualcuno.

Nel Piano Nazionale delle rinnovabili, che l’Italia deve fornire all’Unione Europea, il ministero per lo sviluppo economico stima che al 2020 in Italia sarà installata una potenza fotovoltaica di ottomila megawatt. Questo vuol dire che il governo prevede l’aggiunta di soli altri 550 megawatt di elettricità solare l’anno, ossia meno dei 720 aggiunti nel 2009.

Insomma, il fotovoltaico ha avuto così successo che forse è venuto il momento di fare marcia indietro.
Non certo per motivi di risparmio statale: i 40 centesimi di incentivo che ogni chilowattora fotovoltaico prodotto riceve vengono pagati dai cittadini, attraverso un’apposita addizionale sulla bolletta elettrica. Ma nel 2011 questi incentivi verranno ridotti di almeno il 20 per cento, per calare poi ulteriormente del 5 per cento ogni anno.
Riduzione degli incentivi nei prossimi anni rispetto al 2010: 2011 – 20%; 2012 -25%; 2013 -30%.

Il sospetto è che si voglia evitare che l’espansione sbalorditiva del solare renda meno urgente il ricorso al nucleare.

In ogni caso si rischia di affossare la nascente industri italiana del fotovoltaico: nessuno investirà più, se le prospettive di vendita nel paese sono così ridotte dalle disincentivazioni. Questo sarebbe grave, visto che solo un’industria nazionale dei pannelli, con posti di lavoro, esportazioni, tasse e contributi, darebbe un senso ai
sacrificio fatto sin qui dai cittadino sostendendo il fotovoltaico.

mercoledì 14 luglio 2010

Manovra sui farmaci e sprechi

Con la manovra sui farmaci si colpiscono solo i
grossisti e di conseguenza i consumatori, l’industria ne è esente. Bastava abbassare il prezzo dei farmaci: il governo avrebbe risparmiato di più e il sacrificio era di tutti icomponenti della filiera. In più in questi giorni arriva dalla Regione
Veneto la nuova tessera sanitaria perché la precedente scade, ma non
si comprende perché scada, visto che il codice fiscale dura fino alla
morte del soggetto. Che cosa costa alla collettività questo spreco
evidente?

giovedì 8 luglio 2010

manganellate ai terremotati

Sono circa 3.000 i cittadini aquilani, colpiti dal terremoto
dell’aprile 2009, arrivati a Roma per manifestare contro le promesse
del governo Bossi berlusconi non mantenute in tema di ricostruzione e
sgravi fiscali. Questo è l’unico mezzo che hanno i cittadini colpiti
dal terremoti di esternare le loro proteste all’opinione pubblica. Le
forze dell’ordine sbarrano la strada al corteo, intenzionato a portare
la protesta prima davanti al Parlamento e poi a Palazzo Grazioli, dove
il premier Silvio Berlusconi presiede il vertice del PDL. La tensione
aumenta, fino all’esplodere di tafferugli il cui bilancio provvisorio
conta almeno tre feriti tra i manifestanti. A testimoniarlo ci sono
immagini e riprese effettuate in prima persona Spicca il silenzio
totale del tg1 e dei telegiornali di Berlusconi. Il Web, invece, si fa
nuovamente cassa di risonanza per il malcontento dei cittadini e i
social network ospitano il tam tam di notizie e aggiornamenti. Su
Facebook pagine seguite da centinaia di migliaia di utenti, come
Informazione Libera, riportano notizie, immagini, video e commenti.
Speriamo che l'informazione continui, nonostante i bavagli.

lunedì 5 luglio 2010

Promesse e pressione fiscale

L’Italia scala posti in classifica. Naturalmente non è quella della FIFA, purtroppo neanche quelle delle migliori economie, ma la classifica europea per la pressione fiscale: nel 2009 il peso delfisco sul prodotto interno lordo è stato del 43,2%, in aumento rispetto al 2008, anno rispetto al quale è peggiorato anche il dato del PIL. Siamo al quinto posto, insieme alla Francia, in Europa per pressione fiscale. Un bel record per il governo del meno tasse per tutti.
Due anni fa, all’insediamento del governo Berlusconi, eravamo al settimo posto...ora da battere restano solo Danimarca 49%), Svezia (47,8%), Belgio (45,3%), Austria(43,8%).

Restiamo invece campioni d’Europa per il deficit, il debito pubblico in Italia è sempre il più alto della UE: nel 2009, in rapporto al Pil, dopo il calo rilevato nel 2007, ha proseguito la crescita già registrata nel 2008, aumentando di quasi 10 punti percentuali rispetto all'anno precedente e attestandosi al 115,8%, un valore vicinissimo a quelli rilevati alla fine degli anni '90.


Devis Tonetto