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lunedì 30 aprile 2012

1° maggio: festa dei lavoratori

Si festeggia il 1° maggio, festa dei lavoratori. Ecco alcuni brevi cenni storici di questa ricorrenza nel nostro Paese. Il 1 maggio 1898 coincide con una delle fasi più acute dei "moti per il pane", che investono tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il 1 maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffraggio universale e poi per la protesta contro la campagna di Libia e contro la partecipazione dell'Italia alla guerra mondiale. Si discute intanto sul significato di questa ricorrenza: giorno di festa, di svago oppure di mobilitazione e di lotta ? Un binomio, questo di festa e lotta, che accompagna la celebrazione del 1 maggio nella sua evoluzione più che secolare, dividendo i fautori dell'una e dell'altra caratterizzazione. Qualcuno definendola una "festa ribelle", ha inteso conciliare gli opposti ma nei fatti il 1 maggio è l'una e l'altra cosa insieme, a seconda delle circostanze più lotta o più festa. Il 1 maggio 1919 i metallurgici assieme altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell'obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore. Durante il ventennio fascista la situazione muta radicalmente: Mussolini arriva al potere e proibisce la celebrazione del 1 maggio. Durante il fascismo la festa del lavoro viene spostata al 21 aprile, giorno del cosiddetto Natale di Roma. LA ricorrenza viene così snaturata. essa non dice più niente ai lavoratori, mentre il 1 maggio assume una connotazione quanto mai "sovversiva", divenendo occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all'occhiello alle scritte sui muri, dalle bevute in osteria alla diffusione di volantini) l'opposizione al regime. All'indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d'Italia in un clima di entusiasmo. Negli ultimi anni una grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti: "Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l'interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de'sensi; e un'accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell'avvenire, naturalmente è portata a quell'esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa".

mercoledì 25 aprile 2012

25 Aprile e giovani XXV APRILE… E NOI GIOVANI? In questi giorni si celebra il 65esimo anniversario del giorno della liberazione dell’Italia dal regime fascista. Noi giovani non abbiamo vissuto quei momenti in prima persona, ma gli abbiamo sentiti raccontare dai nostri nonni, che hanno vissuto sulla loro pelle prima l’ascesa al potere del fascismo, poi il dramma della guerra e infine le fasi della lotta partigiana contro l’operazione tedesca. Dopo l’armistizio dell' 8 settembre 1943 ci fu la dissoluzione dell’esercito italiano e i tedeschi occuparono l’Italia centro-settentrionale. Oltre 700000 furono i militari italiani deportati nei campi di concentramento tedeschi e la quasi totalità di questi preferì morire piuttosto che collaborare coi nazisti. Proprio nel settembre 1943 nasce il Comitato di Liberazione Nazionale, del quale facevano parte tutti i partiti messi al bando dal regime fascista. Nell’Italia occupata nacquero, inoltre, numerose formazioni partigiane che condussero due anni di preziosa e pericolosa lotta contro i tedeschi. Quando l’1 aprile 1945 gli Alleati sfondarono la linea gotica, l’insurrezione partigiana liberò le città dell’Italia settentrionale. Durante la resistenza, i militari e i partigiani che persero la vita per combattere il nazi-fascismo sono stati circa 70000. Il 25 aprile segna la definitiva vittoria partigiana, quindi la liberazione del nostro paese. Noi giovani non abbiamo dovuto lottare per ottenere la democrazia, siamo nati in paese già democratico. Noi ragazzi non dobbiamo vivere passivamente questo giorno importante, non possiamo ignorare i numerosi benefici che ci ha portato. Bisogna, invece, battersi affinché certe ideologie non si diffondano di nuovo, in modo che chi ha combattuto il fascismo non l’abbia fatto inutilmente perché è stata garantita la libertà ai nostri padri, a noi e ai nostri figli. Devis Tonetto