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sabato 25 settembre 2010

Un ricercatore si suicida a 27 anni

Con sconcerto ho appreso che un dottorando si è suicidato a 27 anni. (http://www.cronacalive.it/norman-zarcone-dottorando-in-filosofia-del-linguaggio-di-27-anni-di-palermo-si-suicida-gettandosi-dal-terrazzo-della-facolta.html). Non posso immaginare quanti dubbi spinosi, quante incertezze amare, quanti punti interrogativi che rimbombano tra le pareti celebrali fino a distorcere la percezione della quiete e tramutarsi in notti insonni; non so davvero se lo Stato, quello non più di diritto, quello della propaganda della non crisi e degli esempi palesi di degrado morale e civile, non so se si possa trascinare sul banco degli imputati ma so per certo che non era lì. Non era presente quando i finanziamenti alla ricerca mancavano, quando l'università veniva lasciata in mano a dinosauri e a logiche interne di selezione, quando la televisione diffondeva notizie di gossip mentre la realtà gridava all'inquietudine, mentre un ragazzo di 27 anni, nonostante il suo 110 e lode, veniva inghiottito dalla depressione, nonostante i suoi 3 anni di dottorato senza nessuna borsa di studio, nonostante i suoi sforzi al circolo nautico per quei venticinque euro al giorno, appena prima del traguardo. Non possiamo immaginare nemmeno il terrore che ha avuto di rimanere senza lavoro, con le speranze universitarie già spezzate, con quegli studi in filosofia della conoscenza e della comunicazione in un'Italia che appariva gelida, anche a Palermo. Quell'impegno e quei risultati ottimi magari altrove sarebbero stati premiati, generando soddisfazione e rispetto, evitando il sipario drammatico di chi addirittura non vede alternativa se la propria libertà di pensare deve arrendersi di fronte all'immobilità delle cose.
Viviamo in un paese che fallisce inevitabilmente, quando i giovani sono privati persino di un proprio futuro.

venerdì 17 settembre 2010

Legge elettorale, governabilità e 100 parlamentari in più.


Ormai stanno divenendo moltissimi i politici, anche con grandi responsabilità istituzionali, che si scagliano contro la legge elettorale attaulmente invigore. Gli autori della normativa in questione sostengono invece che essa garantisce una migliore governabilità, in quanto fornirebbe un premio di maggioranza alla Camera. Se fosse così, non si capirebbe perché dall’approvazione della legge un Governo è caduto e un altro, teoricamente saldo grazie ad un centinaio di parlamentari in più rispetto all’opposizione, ha rasentato le dimissioni ed è ora in difficoltà, cercando di "convincere" altri parlamentari ad appoggiarlo.

martedì 14 settembre 2010

Spari libici alla nave italiana: per Maroni nulla di grave

Dalle motovedette regalate da Bossi e Berlusconi all’amico Gheddafi partono colpi di mitraglia altezza d’uomo contro il nostro peschereccio.

Tentato omicidio plurimo aggravato e danneggiamento di natante le ipotesi di reato avanzate dalla Procura della Repubblica di Agrigento.

Per Il ministro Maroni hanno solo scambiato il peschereccio per una bagnarola del mare che trasportava clandestini. Quindi tutto ok!

“Ma quale incidente, Maroni dica quello che vuole. Ma non possono averci scambiato con una barca di clandestini o con altro. Io ho parlato con il comandante della nave libica in Vhs e gli ho detto con chiarezza che eravamo italiani e che stavamo lavorando” replica Gaspare Marrone, comandante del motopesca “Ariete”. “Era impossibile scambiarci per altri la nostra è una barca di 36 metri attrezzata con macchinari da pesca modernissimi, impossibile fare confusione. Loro invece hanno sparato ad altezza uomo. Se avessero voluto intimidirci, sparavano in aria, in acqua. Invece la mia barca ha 50 fori da una paratia all’altra. Ma che comportamento è questo? E Maroni lo chiama un incidente? Dica quello che vuole, ma le cose non stanno così, quelli sparavano per ammazzarci, ad altezza uomo. E sapevano che eravano pescatori”.


sabato 11 settembre 2010

Il costo delle elezioni anticipate


A destra e nelle file leghiste si parla tanto di elezioni anticipate, questione che viene spesso ripresa anche da Di Pietro e dall'Italia dei valori.
Viene invece tralasciato il fatto che lo scioglimento delle Camere costerebbe alle casse dello Stato circa 400 milioni di euro.
In tempo di crisi siamo tutti convinti che sia la soluzone migliore uno sperpero di denaro pubblico di questo genere?

giovedì 9 settembre 2010

Ciao Angelo


Penso che la cosa più corretta da fare sia far parlare lui e farlo parlare in continuazione:

“Gli scampi davano soddisfazione, ora se ne trovano sempre meno. Il tonno è il più difficile perché lotta fino alla fine, mentre la spigola è la più intelligente e furba. Non la trovi mai nelle reti. Ah, e poi c’è l’alice. Quest’anno c’è stata una buonissima annata di alici, tanto da attirare molti pescherecci, addirittura dalla costiera napoletana. Le alici sono intelligenti, hanno deciso di soggiornare qui da noi, dove il mare è pulito. Sulle nostre spiagge fiorisce anche il giglio di mare, che è molto bello e pregiato.
Noi l’avevamo individuato molti anni fa: avevamo chiesto allo Stato una concessione di 1500 metri, dove abbiamo realizzato una riserva naturale. La cosa divertente – si fa per dire – è che noi paghiamo allo Stato un canone di non poche lire per mantenere questa riserva… l’Italia è un paese di matti.

Stamattina sono per mare dalle cinque. Ho preso due aragoste, le porto a mio figlio che ha un ristorante qui in paese. Noi siamo legati al nostro territorio. Abbiamo coscienza del nostro territorio, i cittadini hanno capito che è la nostra prima ricchezza. Basta guardare il nostro porto: lo abbiamo ristrutturato e messo a posto noi. Eppure, alla fine il proprietario è lo Stato. Noi abbiamo fatto mutui per quarant’anni, investiamo e costruiamo per arricchirlo, ci lavorano tanti nostri giovani; e lo Stato cosa fa? Addirittura nell’assegnazione delle banchine, lo Stato preferisce i privati che si arricchiscono e non ci lasciano neanche un euro, mentre il comune, con i soldi che guadagna dalle concessioni, riesce a manutenere questa struttura e perfino a destinare una parte dei guadagni nei servizi per i nostri cittadini.

Abbiamo costruito un caffè letterario nel paese più piccolo. Abbiamo realizzato un lungomare pedonale a Pioppi, dove altrimenti la gente non sapeva nemmeno dove incontrarsi. Stiamo costruendo un centro nautico che gestiranno dei ragazzi disabili.

Ed entro la prossima estate rifaremo tutto il piazzale a fronte del porto. Per avere la concessione della struttura, che ci costa un sacco di soldi, abbiamo dovuto fare causa allo Stato. Cose da pazzi. Noi siamo una delle poche realtà in Italia ad arricchire lo Stato. Lo Stato invece fa profitti e basta.

Posso dirlo? Questa è un’amministrazione di sinistra, ma noi siamo “leghisti”. E speriamo veramente che la Lega sappia risolvere questi problemi: il decentramento, la riforma delle autonomie locali, e riteniamo necessario che gli interessi dei cittadini siano curati dall’ente a loro più vicino, il comune, che riesce ad intercettare i loro bisogni e le loro necessità. L’Italia siamo noi, la somma dei comuni, e il danno della politica a livello nazionale è che non conosce i territori e non sa più ascoltare. Noi non vogliamo niente dallo Stato, ma almeno ci lasci le nostre cose”. Angelo Vassallo

lunedì 6 settembre 2010

Tolleranza zero e ultras ospiti nei distinti


Il giorno 5/9/10 mi sono recato presso lo stadio "Franco Ossola" di Masnago per assistere alla partita del terzo turno della seria cadetta Varese-Empoli.
Avevo già acquistato il biglietto in prevendita, ma mi sono comunque recato allo stadio alle 14.00, un ora prima dell'inizio della gara, per non avere problemi nel trovare un posto auto. Già a quell'ora i parcheggi erano esauriti e le auto sostavano dove potevano, quindi su prati e marciapiedi. Ho avuto la fortuna di trovare un posto a più di un chilometro dallo stadio e appena arrivato nei pressi dello stadio ho notato la prima stranezza: I parcheggi della curva sud erano praticamente vuoti, erano presenti soltanto 5 auto di tifosi toscani.
La macchina organizzativa della questura ha tenuto chiuso il più grande parcheggio per una manciata di auto che avrebbero potuto trovare un altra sistemazione in un parcheggio più piccolo. Bene, almeno i vigili saranno stati felici nel dare un pò di multe alle auto dei tifosi locali che non hanno trovato altra sistemazione che sui maciapiedi.
All'ingresso dello stadio coda per i tornelli e controlli serrati, nei quali si doveva esibire un documento e si era sottoposti alla perquisizione.
Bene, sarà frutto della tolleranza zero voluta del ministro dell'interno? Appena entrato allo stadio ho visto il settore ospiti vuoto... Peccato, ho pensato, con tutti quei quattrini spesi per tornelli, messa a norma del settore, reti divisorie innalzate e gabbia di deflusso esterna costruita a norma per gli ospiti e non c'è nessuno...
A dieci minuti dall'inizio è successo il fatto più strano. Una cinquantina di ultras Empolesi sono entrati nel settore "distinti", proprio dove sono sistemati i tifosi più tranquilli del Varese e le famiglie. La cosa ha destato lo stupore generale del pubblico e degli stewart: "Ma come? Si parla di tolleranza zero, si costruiscono da vent'anni gabbie per gli ospiti con reti sempre più alte e robuste, e poi gli ultras vengono sistemati facendo sloggiare le famiglie di tifosi locali?"
L'impressione che il pubblico sbigottito ha avuto è cosa ben diversa che questa sia la fantomatica "tolleranza zero" tanto decantata dal Ministro Maroni. Mettere ultras tra le famiglie pacifiche di tifosi locali è follia allo stato puro. Perchè danneggiare le famiglie per via del fenomeno degli ultras?
Fortunatamente ieri il buonsenso è prevalso e non è successo nulla.
Quando a breve arriveranno centinaia di tifosi di Novara e Livorno verranno ancora fatte sgombrare le famiglie di Varese? E se dovesse mai succedere qualcosa la colpa sarà dei teppisti o di chi, essendo distante dalla realtà, ha permesso che accadano queste stranezze?
Finita la partita, ho notato l'ultima cosaa strana: strade chiuse per permettere il deflusso degli ultras ospiti..., Ultras che siano a cinque munuti pima stavano tra i tifosi varesini, senza reti o barriere di polizia, ma guardati da dei ragazzotti vestiti di giallo spaventati dal peggio che sarebbe potuto accadere in quella suituazione.

Auguriamoci che prevalga il buonsenso anche da parte del ministero, cosa che ieri al "Franco Ossola" e in molti stadi di Italia non si è visto.

mercoledì 1 settembre 2010

Il più grande licenziamento in blocco: riforma Gelmini

Lunedì 13 settembre riapre la scuola del ministro Gelmini con il più grande licenziamento di massa fatto dal Governo L’istruzione pubblica che riapre i battenti è sempre più “ristretta”: meno classi e più studenti tra i banchi, meno docenti, meno bidelli, meno igiene e sicurezza degli edifici. E come al solito, meno fondi in cassa e zero carta igenica nei bagni.

Sono oltre 22mila i precari a rischio licenziamento quest’anno.

Il sindacato è in mobilitazione. Solo la Flc-Cgil ha già le idee chiare: assemblee negli istituti fin dal primo giorno di scuola, sciopero a intermittenza nelle prime ore dal 1°ottobre e i sabati della Conoscenza nelle piazze (l’11 e il 18 settembre) per informare le famiglie sullo stato della scuola.

Lo scorso anno la controriforma Gelmini si è abbattuta sulla scuola elementare, eliminando il modello tanto vantato all’estero delle compresenze e imponendo dall’alto l’”inutile” maestro unico prevalente per giustificare i tagli. Ora tocca ai licei e agli istituti tecnici e professionali. Sei gli indirizzi per i licei, con opzioni per gli studenti dell’anno scolastico 2010-2011 e si comincerà con le prime e le seconde classi. Eccoli: Classico, Scientifico (con anche un indirizzo tecnologico), Musicale e Coreutico (con 44sezioni in tutto), il liceo delle Scienze umane con la new entry dell’indirizzo economico-sociale, l’Artistico (articolato in 3 indirizzi: arti figurative, architettura/design/ ambiente e quello audiovisio/multimedia/scenografia) e infine il liceo Linguistico, con 3 lingue straniere una materia non linguistica che verrà insegnata in inglese. In partica, meno ore di lezione per la maggior parte degli iscritti, soprattutto al biennio: 27 ore contro le 30 delle medie. Al Classico l’inglese per tutto il quinquennio. Allo scientifico-tecnologico salta il Latino. Ma per la Gelmini è “una riforma epocale”. Tecnici: due soli settori (economico e tecnologico) e 11 indirizzi con un orario settimanale di 32 ore di lezione controle 36 dello scorso anno. Professionali: ridotti da 26 a soli 11 indirizzi. Due macrosettori: servizi e industria e artigianato.

Con una circolare il Miur ha imposto il tetto del 30% degli studenti stranieri con ridotta conoscenza della lingua italiana per classe. Il limite per quest’anno riguarda solo le prime classi. La Flc-Cgil ha impugnato il provvedimento davanti al Tar del Lazio. Insomma niente male. Qualche anno fa la destra faceva delle "tre I" il proprio campo di battaglia. Il tutto si è rivelato una bolla di sapone: ci dovremmo accontere delle "tre T" (tagli, tagli e tagli).