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venerdì 20 agosto 2010

Scandalo Mondadori

Sta passando uno scandalo pubblico che non stiamo vedendo proprio sotto i nostri occhi, distolti dalla Parentopoli privata di Gianfranco Fini. Questo scandalo si chiama Mondadori. Il colosso editoriale di Segrate - di cui il premier Berlusconi è “mero proprietario” e la figlia Marina è presidente - doveva al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia iniziata nel ’91.
Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25 marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la maxi-vertenza pagando un mini-tributo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati versamenti d’imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6.

Il 22 maggio le Camere convertono definitivamente il decreto.
All’articolo 3, relativo alla “rapida definizione delle controversie tributarie pendenti da oltre 10 anni e per le quali l’Amministrazione Finanziaria è risultata soccombente nei primi due gradi di giudizio”, il comma 2 bis traduce in legge la norma “ad aziendam”: “Il contribuente può estinguere la controversia pagando un importo pari al 5% del suo valore (riferito alle sole imposte oggetto di contestazione, in primo grado, senza tener conto degli interessi, delle indennità di mora e delle eventuali sanzioni)”. E pazienza se il presidente della Repubblica Napolitano, poco dopo, sul “decreto incentivi” invia alle Camere un messaggio per esprimere “dubbi in ordine alla sussistenza dei presupposti di straordinaria necessità ed urgenza, per alcune nuove disposizioni introdotte, con emendamento,
nel corso del dibattito parlamentare”. E pazienza se la critica del Quirinale riguarda proprio quell’articolo 3, comma 2 bis. Ormai il gioco è fatto. Il colosso editoriale di proprietà del presidente del Consiglio è sostanzialmente salvo. Per consentire alla Mondadori di chiudere definitivamente i conti con il Fisco manca ancora un banale dettaglio, che rende necessario un ultimo passaggio parlamentare.
Il decreto 40 non ha precisato che, per considerare concluso a tutti gli effetti il contenzioso, occorre la certificazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

Il Presidente del Consiglio aveva annunciato di lavorare molto anche nel periodo estivo. Se i risultati sono soltanto questi, si meriterebbe una lunga vacanza. Con tutti i problemi che ha il nostro Paese e con il debito pubblico che aumenta, così come la pressione fiscale, non fanno certo bene ai contribuenti questi sconti di imposte personalizzati.


giovedì 19 agosto 2010

Bossi su Berlusconi

Ecco una citazione di Umberto Bossi di qualche anno fa sull'amico Silvio Berlusconi:
«Quel brutto mafioso guadagna soldi con l'eroina e la cocaina. Il mafioso di Arcore vuole portare al Nord il fascismo e il meridionalismo. Discutere di par condicio è troppo poco: propongo una commissione di inchiesta sugli arricchimenti di Berlusconi. In Forza Italia ci sono oblique collusioni fra politica e omertà criminale e fenomeni di riciclaggio. L'uomo di Cosa Nostra, con la Fininvest, ha qualcosa come 38 holding, di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini, la banca di Cosa Nostra a Milano».
Ora è l'alleato fedele. No comment.

venerdì 13 agosto 2010

13 agosto 1944: strage di Borgo Ticino


Ieri mi sono recato nel vicino paese di Borgo Ticino, luogo reso famoso da barbarie al tempo dell'ultima guerra e da una strage di civili innocenti, avvenuta il 13 agosto del 1944 presso la piazza del pacifico Borgo.

Dal rapporto del Nucleo dei Carabinieri di Borgo Ticino al Pretore di Borgomanero in data 12 febbraio 1947.
" Il 13 agosto, verso le ore 14 giunsero in Borgo Ticino reparti delle SS, tedesche e della X Mas, tutti provenienti da Sesto Calende, fu bloccato il paese. Armati di mortai, mitragliatrici, armi automatiche portatili di ogni genere e di autoblinde, portarono, con la minaccia delle armi e mediante sparatorie intimidatrici, tutti gli abitanti sulla piazza denominata " Dei Martiri ". Ammalati, invalidi, bambini, donne, vecchi, tutti furono costretti a raggiungere la piazza.
Ultimato il feroce rastrellamento, la popolazione tenuta a bada (ecco la partecipazione) dalle armi dei nazisti e della X, venne arringata da un interprete che comunicò agli astanti l'ordine del comandante tedesco, Capitano Krumhar, di effettuare una rappresaglia perchè nella zona erano stati feriti tre nazisti. Bisognava dare alle fiamme il paese onde impedire il ricovero e l'assistenza ai partigiani. Venne ingiunta una taglia di 300.000 lire a titolo di risarcimento; vennero scelti tra la folla 13 giovani, che furono schierati al muro. Si incassò la taglia, ma venne ugualmente schierato il plotone di esecuzione (Krumhar dirà all'udienza: "i quattrini non bastano per il sangue-tedesco "). Dopo un'attesa che tenne tutta la popolazione in istato di disperata angoscia, le 13 vittime caddero tutte sotto il piombo delle armi naziste; solo uno visse miracolosamente all'eccidio,
il giovane Piola Mario.
I morti furono:

1) Cerutti Cesare, di 18 anni;
3) Ciceri Luigi, di 23 anni;
3) Fanchini Giovanni, di 26 anni;
4) Lucchetta Aiberto, di 22 anni;
5) Meringi Giuseppe, di 19 anni;
6) Pizzamiglio Benito, di 22 anni;
7) Silvestri Andes, di 29 anni;
8) Tosi Francesco, di 30 anni;
9) Parracchini Olimpio, di 28 anni;
10) Nicola Narcisio, di 23 anni;
11) Gattoni Rinaldo, di 22 anni;
12) Tonioli Cesare, di 28 anni.

Dopo l'eccidio la popolazione venne buttata fuori dell'abitato, percossa e braccata; i nazisti e quelli della X Mas (questi ultimi al comando del capitano Ungarelli) si dettero a rapinare, incendiare e distruggere ogni cosa. Nella serata, i familiari dei caduti tentarono di ricuperare le salme e poter dare loro onorata sepoltura, ma non fu possibile; l'ordine era di lasciarli sul posto fino all'indomani.
Prima di iniziare le devastazioni e gli incendi la soldataglia della X Mas in combutta coi tedeschi, commise rapine di maiali, animali da cortile, biancheria, biciclette, radio, riserve alimentari di ogni genere, liquori, oggetti preziosi, valori correnti, il tutto per una quantità ingentissima.
I danni materiali ascendono grosso modo a parecchie diecine di milioni. I tedeschi appartenenti alle. S.S. erano al comando del Capitano Krumhar e gli italiani, della X Mas, erano al comando del tenente Ungarelli. Essi furono gli esecutori e gli organizzatori della strage ".

Non dimentichiamo.


giovedì 12 agosto 2010

Aumeto di carburante = più tasse


La truffa di Stato dell'aumento carburanti. Antitrust e Governo non intervengono perchè sono compiacenti. Grazie ad accise ed IVA applicante in percentuale c'è l'equazione: carburante più caro= più tasse.

http://tg24.sky.it/tg24/economia/2010/08/06/benzina_esodo_con_verde_oltre_1_4_euro_litro.html

venerdì 6 agosto 2010

Benigni sulle intercetazioni



A Bolgheri, in Toscana ad uno spettacolo di beneficenza a favore dell'Istituto per la riabilitazione e il reinserimento sociale dei disabili psichici (Fondazione Iris) Benigni ha detto: “Berlusconi dice che non è normale un paese dove si intercetta costantemente il capo del Governo, ma la verità è che, qualunque persona sia intercettata, nel mezzo c’è sempre il presidente del Consiglio”. “Le intercettazioni –ha aggiunto – c’erano anche prima, ma Ciampi e Prodi non comparivano”.
A voi ogni commento.

lunedì 2 agosto 2010

sottosegretario Caliendo e P3


Giacomo Caliendo è il quarto sottosegretario a finire indagato dalla magistratura accusato di aver costituito un’associazione a delinquere denominata “P3”. Prima di lui : Bertolaso, Brancher, Cosentino. Senza contare le dimissioni del Ministro Scajola e il coinvolgimento di Marcello Dell´Utri e Denis Verdini nelle indagini.


Questo sistema gelatinoso ha avvolto in una sola rete membri del governo, capi del partito, responsabili di amministrazioni pubbliche e pezzi rilevanti dell´ordinamento giudiziario. La loro azione si è basata su di un principio che sempre più si rivela il vero cancro del sistema che avvolge la società italiana e ne sta dissolvendo le
fondamenta: la trasformazione dell´ufficio pubblico in beneficio privato: l´uso del potere politico come strumento per sfuggire alla legge, per determinare successi e sfortune politiche, per compiere criminali operazioni di ricatto. A tutto questo era necessario il segreto.

E qui si spiega anche l´insistenza di questo Governo sulla “legge bavaglio”, un provvedimento che serve a proteggere un sistema avvelenato e prepotente, la ragnatela della corruzione.