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martedì 27 aprile 2010

Origini del 1° Maggio



Alcuni male informati la definiscono una ricorrenza di parte, ma andiamo a vedere le sue origini.


Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :
"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".
Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.

Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l'opera di sensibilizzazione sul significato di quell'appuntamento.

"Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!".
Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perché non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere.

Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi.
In Italia il governo di Francesco Crispi usa la mano pesante, attuando drastiche misure di prevenzione e vietando qualsiasi manifestazione pubblica sia per la giornata del 1 maggio che per la domenica successiva, 4 maggio.


Lla mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe.

Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un'iniziativa di carattere internazionale.

In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.
"La manifestazione del 1 maggio - commenta a caldo Antonio Labriola - ha in ogni caso superato di molto tutte le speranze riposte in essa da socialisti e da operai progrediti. Ancora pochi giorni innanzi, la opinione di molti socialisti, che operano con la parola e con lo scritto, era alquanto pessimista".
Anche negli altri paesi il 1 maggio ha un'ottima riuscita:
"Il proletariato d'Europa e d'America - afferma compiaciuto Fiedrich Engels - passa in rivista le sue forze mobilitate per la prima volta come un solo esercito. E lo spettacolo di questa giornata aprirà gli occhi ai capitalisti".
Visto il successo di quella che avrebbe dovuto essere una rappresentazione unica, viene deciso di replicarla per l'anno successivo.
Il 1 maggio 1891 conferma la straordinaria presa di quell'appuntamento e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la "Festa dei lavoratori di tutti i Paesi"


domenica 25 aprile 2010

Il 25 Aprile non si tocca

Non dimentichiamo chi ha dato la vita per la libertà e la democrazia.
Non dimenticare è l'insegnamento che ci può dare la storia affinchè non si ripetano certi orrori della dittatura.

mercoledì 21 aprile 2010

25 Aprile e giovani


XXV APRILE… E NOI GIOVANI?



In questi giorni si celebra il 65esimo anniversario del giorno della liberazione dell’Italia dal regime fascista.
Noi giovani non abbiamo vissuto quei momenti in prima persona, ma gli abbiamo sentiti raccontare dai nostri nonni, che hanno vissuto sulla loro pelle prima l’ascesa al potere del fascismo, poi il dramma della guerra e infine le fasi della lotta partigiana contro l’operazione tedesca.
Dopo l’armistizio dell' 8 settembre 1943 ci fu la dissoluzione dell’esercito italiano e i tedeschi occuparono l’Italia centro-settentrionale.
Oltre 700000 furono i militari italiani deportati nei campi di concentramento tedeschi e la quasi totalità di questi preferì morire piuttosto che collaborare coi nazisti. Proprio nel settembre 1943 nasce il Comitato di Liberazione Nazionale, del quale facevano parte tutti i partiti messi al bando dal regime fascista.
Nell’Italia occupata nacquero, inoltre, numerose formazioni partigiane che condussero due anni di preziosa e pericolosa lotta contro i tedeschi. Quando l’1 aprile 1945 gli Alleati sfondarono la linea gotica, l’insurrezione partigiana liberò le città dell’Italia settentrionale. Durante la resistenza, i militari e i partigiani che persero la vita per combattere il nazi-fascismo sono stati circa 70000.
Il 25 aprile segna la definitiva vittoria partigiana, quindi la liberazione del nostro paese. Noi giovani non abbiamo dovuto lottare per ottenere la democrazia, siamo nati in paese già democratico.
Noi ragazzi non dobbiamo vivere passivamente questo giorno importante, non possiamo ignorare i numerosi benefici che ci ha portato. Bisogna, invece, battersi affinché certe ideologie non si diffondano di nuovo, in modo che chi ha combattuto il fascismo non l’abbia fatto inutilmente perché è stata garantita la libertà ai nostri padri, a noi e ai nostri figli.



Devis Tonetto






lunedì 19 aprile 2010

Sacramenti ad personam


La trasmissione in diretta dei funerali di Raimondo Vianello ha mostrato il Presidente del Consiglio che dopo aver tenuto a lungo tra le sue mani la testa di Sandra Mondaini esibendo a destra e a manca smaglianti sorrisi, si è accostato alla comunione.

Dicono le cronache che a celebrare il rito sia stato un certo mons. Carlo Faccendini che, nel consegnare al Presidente del Consiglio l'ostia conscrata, ha commesso un abuso. Silvio Berlusconi, ai sensi del Codice di diritto canonico, è un pubblico peccatore e in quanto tale escluso dall' Eucarestia. Lo sanno molto bene tutti fedeli che si trovano nelle sue stesse condizioni e che soffrono grandemente per la loro esclusione. Forse esistono norme ad personam anche in materia ecclesiastica?

Addio Edmondo



Al compianto Edmondo Berselli si deve la mirabile distinzione fra "giovani promesse", "soliti stronzi" e "venerati maestri". La categoria che oggi mi pare ampiamente più rappresentata è l'intermedia, ovvero quella di coloro che, ormai credendosi "qualcuno", sono condannati alla penosa incombenza di dover confermare di essere "qualcuno". Grazie Berselli, dimenticheremo mai il tuo indispensabile contributo ad illustrazione dell'umana vanità.

sabato 17 aprile 2010

Articolo Varesenews

http://www3.varesenews.it/gallarate_malpensa/articolo.php?id=170623






venerdì 16 aprile 2010

Degrado delle stazioni



http://www.varesereport.it/?p=21857




mercoledì 14 aprile 2010

Iva e aumenti del carburante


Nella determinazione del prezzo della benzina, la parte del leone la sostiene il fisco che con l’imposta di fabbricazione incamera quasi metà dell'importo. Inoltre su tale imposta ne grava un’altra, l’Iva del 20%. Di recente, in materia di tassa sui rifiuti, la Corte Costituzionale ha affrontato il tema della natura giuridica della citata tassa: configurata come entrata tributaria, la Corte ha stabilito la non applicabilità dell’Iva.
Perché, per analogia, non togliere l’Iva anche sull’imposta di fabbricazione sulla benzina?



giovedì 8 aprile 2010

Tremonti e la riforma del fisco


Il ministro Tremonti parla di riformare il fisco. Dovrebbe però spiegarci come mai il fisco attuale è quello di Visco; le detrazioni per gli elettrodomestici sono del 20 per cento contro il 19 per cento di quelle per le spese mediche; si può detrarre il 19 per cento di 620 euro l’anno per asili nido, quando se ne spendono mediamente 2.500 a figlio; le aliquote per le detrazioni, del 19 e 20 per cento, sono inferiori all’aliquota minima Irpef al 23 per cento, che consentono allo Stato di lucrare il 4 per cento sui ceti meno abbienti.
Tante domande: ma perchè mai nessuna risposta?


giovedì 1 aprile 2010

Sconfitta per il PD lombardo o no?



Ho sentito i commenti alle elezioni regionali dei papaveri alto collocati: hanno parlato di una grandissima vittoria del la coalizione PDL-Lega e di una sonora sconfitta del PD e della coalizione di centrosinistra.
Guardando i risultati degli eletti e confrontandoli con quelli del 2005 sono rimasto però stupefatto. Il PD, che a dire di molti avrebbe dovuto uscire con le ossa rotte da questo confronto amministrativo prende 22 consiglieri, in precedenza ne aveva 15 ( quindi + 7) . Bene anche l'IdV, che passa da 2 a 4 (+2). La lega passa da 14 a 18 (+4) e il PDL, da molti definito come vincitore, passa dai 31 consiglieri del 2005 agli attuali 23 (-8).
Chi ha vinto e chi ha perso allora questa tornata elettorale lombarda?
Il giudizio lo lascio esprimere ai lettori, che potranno basarsi su dati reali degli eletti e non su chiacchiere da bar fatte da chi vuole far prender aria alla bocca.

Buon lavoro a tutti gli eletti in Consiglio Regionale

Devis Tonetto