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sabato 26 febbraio 2011

Aumento pressione fiscale


Secondo i recenti dati dell‘Ocse sulla pressione fiscale, pubblicati in questi giorni su un quotidiano nazionale, si denuncia che in Italia, soprattutto sulle persone per bene e le imprese in regola con il fisco, ci sono troppe tasse. Questi dati confermano che la pressione fiscale e contributiva tocca il livello record del 43,5 per cento.

Dal 2000 al 2010 la pressione fiscale in Italia è aumentata dal 40,8 % al 43,5%. Questo non rapresenta un primato, e non siamo neppure l'unico paese europeo in cui la pressione fiscale è aumentata, ma siamo in compagnia di Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Malta, Portogallo e Slovenia. In tutti gli altri Paesi, la pressione fiscale
è diminuita.

Tasse eccessive, insomma, nonostante le promesse di riequilibrio del Governo.
Il dato peggiore è comunque, quel 52,4 sull’economia regolare su chi cioè le tasse le paga davvero.

Quanto grava la pressione fiscale sulle nostre tasche lo notiamo ogni giorno.
Però non ci facciano bere panzane in campagna elettorale, visto che ormai è risaputo che la realtà è ben diversa dagli spot che precedono le elezioni.

martedì 22 febbraio 2011

PD Daverio su Varese news

Sabato 26 febbraio presso il circolo ARCI in via IV novembre a Crosio della Valle alle ore 17 ci sarà la festa del tesseramento del circolo PD di Daverio, alla quale parteciperà il segretario provinciale Fabrizio Taricco. L'evento sarà un momento informale di confronto e apertura ad idee nuove ed esterne, volto ad avvicinare il circolo agli elettori delle primarie.
All'evento sarà possibile ritirare le nuove tessere, iscriversi al PD e firmare la petizione "Berlusconi dimettiti". Il circolo PD di Daverio offrirà un aperitivo a tutti i presenti.

lunedì 14 febbraio 2011

Festa del tesseramento PD Daverio



Sabato 26 febbraio, ore 17.00 presso il circolo ARCI di Crosio della Valle.

Vi aspettiamo numerosi!!

venerdì 11 febbraio 2011

Aumento del cinema


Nelle ultime ore, è spuntato un emendamento in Senato al decreto che introduce le principali novità fiscali (il cosiddetto Milleproroghe)in cui si legge: «È istituito, per l’accesso a pagamento nelle sale cinematografiche, a esclusione di quelle delle comunità ecclesiali o religiose, un contributo speciale a carico dello spettatore pari a un euro, da versare all’entrata del bilancio dello Stato». Insomma il cinema potrebbe costare un euro in più.

I biglietti al cinema costeranno un euro in più e saranno esentate solo le sale parrocchiali. La nuova “tassa”, inoltre, non dovrebbe finanziare direttamente il cinema, ma solo coprire le agevolazioni fiscali per coloro che investono in produzioni cinematografica.
L’introito di un euro a biglietto non finirebbe quindi direttamente al dipartimento dei Beni Culturali.

L’aumento dovrebbe così entrare in vigore dal primo luglio 2011, fino al 31 dicembre 2013. L’emendamento seppure non è ancora stato approvato, è sicuramente destinato a far discutere: la promessa principale all'insediamento di questo Esecutivo non era abbassare le tasse?

martedì 8 febbraio 2011

venerdì 4 febbraio 2011

Federalismo fiscale


Dopo l'approvazione del decreto sul federalismo municipale da parte del Consiglio dei Ministri riunitosi questa sera, giovedì 3 febbraio, arrivano le polemiche sulla condotta dell'esecutivo che non si sarebbe attenuta al parere del Parlamento (la commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale).
Ecco in una sitesi offerta dal sito della Camera dei deputati cosa prevede la legge in merito a questo passaggio. Questo il link della legge delega 42 del 2009 .


Procedura di adozione dei decreti legislativi attuativi

La legge n. 42 delinea la procedura di adozione ed esame parlamentare dei decreti legislativi attuativi, fissando il termine per l’adozione di almeno uno di essi entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa (21 maggio 2009) e in ventiquattro mesi il termine generale per l’adozione degli altri decreti.
E' previsto, altresì, che entro il 30 giugno 2010, e comunque prima della presentazione al Parlamento degli schemi di decreto legislativo concernenti i tributi, le compartecipazioni e la perequazionedegli enti territoriali, il Governo trasmetta alle Camere una relazione concernente il quadro generale di finanziamento degli enti territoriali e l'ipotesi di definizione, su base quantitativa, della struttura fondamentale dei rapporti finanziari tra lo Stato, le regioni, le province autonome e gli enti locali, con l'indicazione delle possibili distribuzioni delle risorse. La suddetta Relazione (Doc. XXVII, n. 22) è stata presentata alle Camere nei termini indicati ed è attualmente all'esame della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.
Gli schemi di decreto - ciascuno dei quali deve essere corredato di una relazione tecnica che ne evidenzi gli effetti finanziari - sono adottati dal Governo previa intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata Stato-regioni-autonomie locali e successivamente trasmessi alle Camere per l’espressione del parere da parte:
* della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale , costituita il 17 marzo 2010 e composta da 15 deputati e 15 senatori;
* delle Commissioni parlamentari competenti per i profili di carattere finanziario (vale a dire le Commissioni bilancio delle due Camere).
All’adozione dei decreti si può peraltro procedere anche qualora non venga raggiunta l’intesa in sede di Conferenza unificata: in tal caso, e trascorsi trenta giorni dalla prima seduta della Conferenza in cui gli schemi di decreto legislativo sono posti all’ordine del giorno, il Consiglio dei ministri può comunque deliberare la trasmissione alle Camere, approvando contestualmente una relazione in cui vengono motivate le ragioni per cui l’intesa non è stata raggiunta.
Sia la Commissione bicamerale che le Commissioni bilancio sono chiamate a esprimersi entro 60 giorni (prorogabili di ulteriori 20 giorni) dalla trasmissione dei testi; decorso tale termine, i decreti possono essere comunque adottati.
E’ inoltre prevista l'ipotesi in cui il Governo non intenda conformarsi ai pareri parlamentari: in tal caso esso trasmette nuovamente gli schemi alle Camere con le relative osservazioni ed eventuali modificazioni, rendendo a tal fine comunicazioni davanti a ciascuna Camera; trascorsi 30 giorni da tale trasmissione, i decreti legislativi possono essere adottati.
(da Camera.it)

martedì 1 febbraio 2011

Con il federalismo municipale aumenteranno le tasse


Un gruppo di Sindaci lombardi del Partito democratico ha scritto una lettera sui limiti e sui rischi dell’impostazione che il Governo e la maggioranza hanno dato alla proposta di riforma federalista, con particolare riferimento al decreto sul federalismo municipale in discussione in questi giorni.

I prossimi giorni saranno decisivi per il decreto sul federalismo municipale. Il provvedimento ha subito alcune modifiche che rispondono in parte ai temi posti dai Comuni, soprattutto per la gestione immediata dei bilanci locali. Ma nel complesso il decreto è molto al di sotto delle aspettative e delle necessità del Paese:
1) Con questo federalismo aumenteranno le tasse. Da subito ci saranno più tasse per i lavoratori e i pensionati. Strangolati dalle finanziarie centraliste di Tremonti, con meno trasferimenti statali e più vincoli agli investimenti per il patto di stabilità, molti Comuni saranno costretti ad aumentare le addizionali Irpef, utilizzando le possibilità aperte dal decreto. Dal 2014, con l'introduzione dell'Imposta Municipale, ci saranno più tasse per le attività produttive, gravate da un'aliquota nettamente superiore a quella attualmente prevista per l'ICI. Grazie alla cedolare secca pagheranno invece meno imposte i proprietari di case affittate, mentre non ci sarà alcun beneficio - ed è cosa grave - per le famiglie che vivono in affitto;
2) Con questo federalismo i comuni rimarranno dei sorvegliati speciali dello Stato. Fino al 2014, al di là dello sblocco parziale dell'addizionale Irpef, non ci sarà alcuna reale autonomia impositiva, poiché i trasferimenti statali saranno sostituiti da altri trasferimenti finanziati dal gettito di imposte che non verranno gestite dai comuni. Dal 2014 sarà introdotta una Imposta municipale che graverà in gran parte su non residenti: l'esatto contrario del federalismo, che si basa sul principio "vedo, pago, voto". A regime, i comuni avranno meno autonomia di quanta era loro garantita fino al 2008;
3) Con questo federalismo lo Stato non farà nessuna cura dimagrante. Il decreto ratifica una politica economica che ha scaricato il risanamento dei conti pubblici sulle amministrazioni locali, anche se la spesa è cresciuta molto di più a livello centrale. Non si discute più di razionalizzare il numero delle province, non si superano i privilegi delle regioni a statuto speciale, non si affronta una riforma complessiva del sistema delle autonomie locali.
Il PD sul federalismo ha le carte in regola. Siamo per una riforma federalista dello Stato, che avvicini le scelte più importanti al cittadino e distribuisca le risorse in modo più equo, premiando gli enti virtuosi ed efficienti. Se oggi possiamo discutere di federalismo fiscale, è grazie al centrosinistra che nel 2001 ha modificato la Costituzione in senso federale.
Visto da nord il rischio maggiore del federalismo municipale che la Lega vuole imporre a tutti i costi non è la divisione del Paese. Il rischio vero è che tutto, al di là della propaganda, rimanga più o meno uguale a prima. Federalismo, per noi, vuol dire più autonomia a livello locale, più responsabilizzazione dei centri di spesa, una solidarietà reale per le aree più deboli. E di tutto questo, purtroppo, non c'è molta traccia nel decreto sul federalismo municipale.